Davvero ... niente aste online, né faticose trattative durante una delle (rare) adunate di fan di retro-computing e dintorni che si tengono nel nostro paese o avventurose esplorazioni tra i garage della mia sonnacchiosa provincia.
Dovetti unicamente attendere il suo arrivo ai cassonetti. Soffiata epica, quel giorno.
I due scatoloni che contenevano la postazione Apple destinata alla discarica finirono diritti nel baule della mia Fiesta Cayman Blue e di lì nella cantina dell'appartamento in cui abitavo a quel tempo. Mai aperti, da allora.
Tre cantine, due traslochi e un allagamento dopo, il mio cuore ha improvvisamente ceduto ... come avevo potuto abbandonare tra il ciarpame domestico un Apple II ... il computer che aveva segnato la mia adolescenza? E poi ... solo perché non ci capisco un cazzo di elettronica? Imperdonabile.
La scorsa primavera la comunity dei fan d'oltreoceano ha festeggiato i 35 anni dal debutto del primo personal computer di Apple venduto in configurazione completa ed io mi sono dato un obiettivo: premere il pulsante di accensione prima della fine dell'anno.
Non sarà un viaggio in prima classe ... sono carente sia di attrezzature che di conoscenza e il vecchio leone è messo davvero maluccio. In compenso, ho praticamente stipato la mia quota di storage in DropBox e SkyDrive di libri, manuali e documentazione tecnica dedicata alla serie Apple II.
In questo blog troverete la cronaca (potenzialmente pedante, sicuramente non puntuale) dei passaggi più significativi del restauro. Alla fine, se mi seguirete, ne saprete almeno quanto me. Promesso.
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