giovedì 23 agosto 2012

Smontare, censire e ripulire per bene - Parte 1a

Ho scritto, qualche giorno fa, che la fine delle mie vacanze ha coinciso esattamente con la fine della prima fase del restauro.

Quando decisi di aprire i due scatoloni, in fondo, sapevo bene che la festa sarebbe durata poco. Senza un minimo di comprensione dei concetti base dell'elettronica, senza la capacità di identificare componenti e integrati e senza la necessaria esperienza con la stazione di saldatura a stagno non sarei potuto andare lontano.

Fortunatamente, avevo strumenti e conoscenze a sufficienza per portare a termine tre operazioni che andavano comunque fatte: smontare completamente l'unità centrale e i due drive per floppy da 5" e 1/4 (il monitor dovrà necessariamente aspettare *), identificare tutti i componenti e ripulire il tutto con la dovuta attenzione.


* Come ci ricorda il buon Todd Harrison nel suo blog (toddfun.com),  "If you don’t know how to discharge a CRT you best not try this yourself because the tub can hold a lethal charge"





Trattandosi di un manufatto vecchio di trent'anni, le operazioni di smontaggio non sono per niente complesse e non richiedono attrezzi particolari: una coppia di cacciaviti isolati da elettricista (testa piatta e a croce) e una chiave con bussola esagonale (per liberare le staffe metalliche che serrano le schede al fondo dello chassis) bastano e avanzano. Idealmente, inoltre, sarebbe saggio indossare sempre un braccialetto antistatico per evitare di scaricare la propria corrente elettrostatica sui circuiti integrati.

Se avete a disposizione una superficie di lavoro abbastanza ampia, procuratevi delle scatole porta-minuterie (o costruitevele ritagliando qualche vecchia scatola di cartone, come ho fatto io) ...  riassemblare le varie componenti - seguendo la procedura inversa - sarà molto più facile!

Se avete accesso alla rete e vi siete procurati la documentazione necessaria, identificare le varie componenti e fare il punto della situazione non richiederà molto tempo: Apple, saggiamente, non si è risparmiata in fatto di serigrafie ... guardare i suoi PCB (Printed Circuit Board) è come leggere lo schema di un circuito elettronico.


L'alimentatore (progettato in origine dal geniale Rod Holt, ingegnere amico di Wozniak e con un passato in Atari) ostenta una qualità costruttiva ed un layout esemplari ... persino agli occhi di un profano come me. Il suo PCB, poi, si può "leggere" come fosse una pagina strappata dal manuale tecnico di riferimento ...


Nel mio caso, questo è quanto mi ritrovo per le mani:

  • Apple IIe (unenhanced), PAL, primi mesi del 1983 (la scheda madre è stata assemblata nel 1982!)
  • Apple Disk Interface Card 650-X104, 1978 (per pilotare i drive Apple Disk II da 5 e 1/4)
  • Apple Super Serial Card 670-8020, 1981 (fornisce una porta seriale standard RS-232-C con uscita DB25 per stampa e comunicazione dati)
  • AII parallel interface Card 670-0021, 1981 (fornisce una porta parallela CENTRONICS standard per la stampa ... non molto comune)
  • scheda con marchio Siemens priva di serigrafie (ignoro a cosa potesse servire ... forse a pilotare un dispositivo di stampa o acquisizione)
  • Apple Monitor II A2M2010 (fosfori verdi, ingresso video composito RCA, 900 linee)
  • due stoiche unità Apple Disk II (suppongo già con le meccaniche giapponesi Alps e non con le originarie Shugart)

Mi ci sono voluti un paio di pomeriggi per identificare (con calma) tutto l'hardware e altrettanti per decidere cosa fare dopo.

Sì, perché si fa presto a dire "E adesso diamogli una ripulita" ...

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